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DAL 17 AL 20 MAGGIO 2025 

A SAN SEVERO (FG)

© La Festa del Soccorso 2011 - 2025

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dal 1857 

la festa patronale 

della città di  San Severo

LA STORIA

DELLE 

BATTERIE

Dal sacro al profano,

il racconto di una scintilla che dura nel tempo

Fuoco rituale, identità popolare, memoria collettiva

 

Il legame tra San Severo e i fuochi pirotecnici è antico, profondo, indissolubile. Le batterie, come vengono comunemente chiamate, non sono soltanto spettacolari esplosioni di rumore e luce: sono offerte votive, gesti di riconoscenza, rituali di comunità che si tramandano da secoli e che affondano le radici in episodi documentati sin dai primi decenni del Seicento.

La prima attestazione storica dell’uso di fuochi come atto devozionale risale al 1618, quando San Severo, liberata da un assedio dei soldati napoletani, celebrò la grazia ricevuta per intercessione del suo protettore San Sebastiano con Messe solenni e spari di festa. Solo un anno dopo, nel 1619, durante una processione in onore della Vergine di Stignano a Rignano, vennero esplosi colpi a salve con armi da fuoco, segno che il gesto del “far rumore” per onorare il sacro era già prassi comune.

Ulteriori conferme arrivano nel 1707, quando il clero di San Severino invitava la Congregazione dei Morti a “sollennizzare la festa della Santissima Pietà con sparatorii in devozione della Santissima Vergine”, e ancora nel 1748, dove in un documento si descrive una processione d’insediamento sacerdotale accompagnata da “botte per li vichi” e batterie da tremila e cinquemila colpi, a indicare una già sofisticata forma di spettacolo pirotecnico.

Queste antiche testimonianze dimostrano chiaramente che l'incendio delle batterie durante le processioni non nasce come folklore, ma come gesto sacro, come atto di fede. Le esplosioni non erano pensate per “scacciare il demonio”, bensì per celebrare la presenza della Vergine, per ringraziarla delle grazie ricevute, in un linguaggio di luce e suono che parlava al Cielo e alla Terra.

Dalla devozione alla tradizione viva

Nel 1857, anno della proclamazione della Madonna del Soccorso a Patrona Principale di San Severo, le cronache riferiscono che il numero di fuochi pirotecnici “si accrebbe ancor di più”, segno che la tradizione dei fuochi votivi era già consolidata ben prima di tale data.
Altre testimonianze, come quella del maggio 1876, in occasione del Terzo Centenario del Miracolo della Madonna della Pietà, parlano di una festa “ricca di luminarie, bande, fuochi pirotecnici, globi aerostatici e ogni altra meraviglia possibile”, dove il fuoco era parte integrante e celebrativa della festa esterna.

Le batterie e il popolo: tra difesa e resistenza

Nel corso del Novecento, le batterie diventarono un elemento sempre più centrale della Festa del Soccorso e delle celebrazioni religiose di San Severo. Tuttavia, con l’inasprirsi delle norme sulla sicurezza, emersero tentativi di limitazione e persino di abolizione di questo elemento tanto caro alla comunità.

Tra gli anni ’60 e 2000, si registrarono rivolte popolari nei confronti di tali restrizioni. Memorabili quelle del 1968, 1986, 1989, 1990, e in particolare quella del 2002, quando un gruppo di cittadini arrivò a bloccare la Processione Solenne della domenica, costringendola a un rientro anticipato. Un atto forte, simbolico, di un popolo che non voleva veder spegnere una parte viva della propria identità.

Il riconoscimento ufficiale e il Palio delle Batterie

A seguito delle proteste, un comitato cittadino si fece carico della difesa della tradizione, ottenendo il riconoscimento ufficiale delle batterie come “serie di colpetti a salve per impiego da strada tipica di San Severo” da parte della Commissione consultiva centrale del Ministero dell’Interno (delibera n. 11/03E del 29 aprile 2003).

Da questo momento in poi, le batterie sono entrate a pieno titolo nella tradizione riconosciuta, seppur ancora oggi la loro organizzazione affronti difficoltà normative e logistiche.

Nel 2004, per valorizzarle e celebrarle, nacque il Palio delle Batterie Processionali, una gara amichevole tra i rioni per la realizzazione della batteria più spettacolare. Questo evento ha contribuito in modo decisivo a far conoscere la Festa del Soccorso in tutto il mondo, attirando visitatori, appassionati di fuochi e devoti da ogni angolo d’Italia e dall’estero.

Le batterie non sono solo rumore, né semplice spettacolo: sono memoria, identità, gratitudine. Sono la voce del popolo di San Severo, che accende il cielo per ringraziare la Madonna del Soccorso, per affidarle speranze, per riaffermare ogni anno, con un colpo secco, che la fede vive anche nel fuoco.